Nel paese delle meraviglie dei dati con Refik Anadol

Refik Anadol

Cosa significa essere umani nell’era dell’intelligenza artificiale? Immergiti nel mondo dei dati con le opere di Refik Anadol, media artist e pioniere nel campo dell’estetica dell’intelligenza artificiale.

Refik Anadol
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Refik Anadol

CHI È REFIK ANADOL?

Refik Anadol (Istanbul, 1985) è un designer e media artist turco. Si è laureato nel 2008 in Visual Communication Design presso la Istanbul Bilgi University. Utilizza arte, tecnologia e architettura, attraverso algoritmi guidati dai dati e dall’intelligenza artificiale, per creare installazioni immersive che offuscano i confini tra realtà fisica e digitale.

“I collaborate with machines to make building dream and hallucinating”.

Ha fondato il suo Studio che coinvolge artisti, architetti, data scientist e ricercatori di diversa estrazione professionale e personale, provenienti da dieci diversi paesi. La loro ricerca si concentra sullo spazio e sui domini dell’intelligenza artificiale, delle neuroscienze e dell’architettura.

Refik Anadol esplora la relazione tra uomo e macchina, utilizzando l’intelligenza artificiale e i dati per creare opere interattive, trasformando gli spazi fisici in ambienti immersivi.

“Peter Weibel mi ha spinto a iniziare a fare calcoli e ad usare i dati come materia”.

L’artista austriaco e teorico dei nuovi media Peter Weibel è stato un mentore per Refik Anadol durante i suoi studi presso il KMZ Arts and Media Center di Karlsruhe, in Germania, incoraggiandolo ad utilizzare il nome “Data Paintings” nel 2008.

“È facile prevedere il futuro! Come? Quando crei il futuro!” (P. Weibel)

Il percorso artistico di Refik Anadol è iniziato nel 2008 quando ha creato la sua prima performance audiovisiva “Quadrature” al Santralistanbul Contemporary Art Museum, realizzata con il software VVVV. Nel 2010 con il suo primo lavoro “Quadrangle” presso la School of Design Building della SANAA di Essen, ha capito che l’architettura è molto più stimolante quando va oltre il cemento, l’acciaio e il vetro, e rende visibile l’invisibile, vedendo attraverso il vetro e il cemento.

L’idea di essere umano nell’era della tecnologia sta diventando sempre più qualcosa di veramente unico, e per Refik Anadol la connessione tra fisico e virtuale lo stimola come artista. La sua pratica di ricerca è incentrata sulla scoperta e lo sviluppo di approcci alle narrazioni dei dati e su cosa significa essere un essere umano nell’era dell’IA.

“I dati non sono solo un numero, sono una forma di memoria e questa memoria può assumere qualsiasi forma, colore e consistenza”.

Per lui il futuro che ci aspetta è la “co-creazione“, fare arte per tutti e portare l’arte nelle strade, incorporando le arti dei media nell’architettura, concentrandosi sull’arte pubblica, attraverso dipinti e sculture di dati AI che ha sviluppato in numerosi progetti: “Visions of America: Amériques” (Walt Disney Concert Hall, Los Angeles, 2014), “Virtual Depictions: San Francisco” (2015), “Wind of Istanbul: Data Paintings” (2017), “Archive Dreaming” (Istanbul, 2017), “Melting Memories ” (Istanbul, 2018), WDCH Dreams: LA Phil Centennial (2018), “Interconnected: CLT” (Los Angeles, 2019), “Bosphorus: Data Sculpture” (Istanbul, 2019), “Virtual Applique: Beverly Center” (Los Angeles, 2019), “Fotografiska: Latent History” (Stoccolma, 2019), “Infinite Space” (Washington, 2019), “Machine Hallucination” (New York, 2019), “Latent Being” (Berlino, 2019), “Seoul Light : Seoul Haemong” (2019), “Data Crystal” (Oregon, 2020), “Frieze LA: Studio Open House” (Los Angeles, 2020), “Infinity Room – Quantum Dreams” (Los Angeles, 2020), “TED TALK: Art in the age of Machine Intelligence” (Vancouver, 2020), “Augmented Perspectives – XR Data Paintings” (Los Angeles, 2020), “Symphonic Dreams – Philadelphia Orchestra” (2020), “Renaissance Dreams” (Milano, 2020 e Firenze, 2022).

L’arte non dovrebbe quindi essere solo confinata nei musei ma ovunque (biblioteche, ospedali, università, strade), niente biglietti, niente confini. Quando cammini per strada non c’è una fine, niente soffitto, niente porte, abbattendo tutte le barriere.

L’IA e l’IA generativa con i loro strumenti non possono essere comprese senza porsi domande artistiche:

“Informazione – Conoscenza – Saggezza. Ho imparato tanto sulla tecnologia perché come designer e artista diventi responsabile degli strumenti che crei: cavi in fibra, musica, algoritmi, tutto diventa la narrazione, il discorso, il contesto. È una grande responsabilità ma porta un valore in tutti i Paesi”.

Nel progetto ideato per il MoMA di New York, “Unsupervised” (2022), Refik Anadol ha applicato le tecnologie dell’intelligenza artificiale all’arte contemporanea. Le immagini di tutte le opere della collezione museale hanno interagito con quanto accadeva in tempo reale all’interno del MoMA, attraverso una telecamera posta sul soffitto della sala, elaborando due tipi di dati: il movimento dei visitatori e le condizioni meteorologiche, generando una nuova percezione dell’esperienza, condivisa su un enorme schermo. Il MoMA visto attraverso la mente di una macchina.

Nell’ambito dell’arte pubblica e degli NFT esperienziali, Refik Anadol ha creato nel 2022 Gaudì “Living Architecture”, un’opera d’arte generativa sulla facciata dell’edificio Casa Batllò (sito patrimonio UNESCO) di Antoni Gaudì a Barcellona. L’iconica architettura dell’architetto catalano è stata utilizzata come una tela, con sessantacinquemila persone che hanno riempito il Paseo de Gracia per vivere un’esperienza unica.

“La sfida con l’intelligenza artificiale non è imitare i capolavori dell’arte, ma creare nuovi modi di generare allucinazioni fantastiche”.

Dataland” è il suo prossimo progetto: uno spazio in cui i dati diventano un’esperienza, un luogo in cui l’intelligenza artificiale etica raccoglie tutti i ricordi dell’umanità.

I progetti di Refik Anadol hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti a livello mondiale, e sono stati esposti in luoghi iconici, musei e festival come La Biennale di Venezia, The Museum of Modern Art di New York, Le Centre Pompidou, Art Basel, Palazzo Strozzi, Casa Batlló, Daejeon Museum of Art, Arken Museum, National Gallery of Victoria e molti altri.

TALK CON REFIK ANADOL

Refik Anadol è stato ospite della serie ‘Disrupting Patterns Talk’ di Domus Academy. Durante la talk, ha approfondito la sua ricerca incentrata sulla scoperta e lo sviluppo di approcci avveniristici di data narrative.

Guarda il video e rivivi l’intervista!

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“La sfida con l’intelligenza artificiale non è imitare i capolavori dell’arte, ma creare nuovi modi di generare allucinazioni fantastiche”.

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