Unisciti a Indy Johar in un viaggio trasformativo su come abbracciare il pensiero sistemico per trasformare l’approccio alle sfide globali. Preparati a reimmaginare il nostro mondo.
Indy Johar è co-fondatore di 00 Project e di Dark Matter Labs, che si occupa di costruire infrastrutture istituzionali e di affrontare la “materia oscura” della complessità in cui viviamo.
In questo talk tenuto per il nostro format Design Probes, Indy ha offerto agli studenti e ai partecipanti diversi spunti di riflessione a partire dai pilastri che guidano la sua visione del mondo e dall’attività del suo Laboratorio; qui di seguito alcuni degli argomenti trattati.
La distinzione tra ottica di management e di sistemi risiede nel loro rispettivo approccio al controllo e alla cosiddetta agency. L’ottica di management si concentra sulle teorie del controllo, mentre quella di sistemi riconoscono un’agency intrinseca. I progettisti creano mappe di sistema per identificare i punti di intervento, spesso proponendo soluzioni senza garantirne l’attuabilità. Questo porta a miglioramenti teorici senza un seguito pratico. Il miglioramento reale del sistema richiede il potenziamento delle capacità del sistema, non solo interventi isolati. Il pensiero sistemico, storico e attuale, mostra un passaggio da modelli lineari e controllabili a complessi cicli di feedback interconnessi, evidenziando la necessità di un approccio relazionale e olistico. Questo è evidente nelle pratiche indigene, che affrontano sfide come le emissioni di carbonio e le microplastiche. Una visione sistemica trasforma i quadri teorici, inclusi i diritti di proprietà, dove questi diritti comprendono responsabilità verso la salute ecologica. Questa prospettiva vede l’agency come distribuita nel tempo e nello spazio, sfidando le nozioni tradizionali di proprietà basate sul dominio umano. Abbracciare l’agency distribuita richiede un nuovo approccio alle nostre interazioni con l’ambiente, vedendolo come un sistema dinamico e interconnesso piuttosto che solo come una risorsa.
L’approccio dei Dark Matter Labs alle sfide globali si basa su tre principi fondamentali. Il primo è la “re-agency“, che implica la ricostruzione dell’agency del mondo stesso, sia che si tratti di contatori di energia come entità auto-sovrane o dell’auto-sovranità della terra. Il secondo principio sottolinea l’importanza dell’apprendimento rispetto al controllo. Invece di teorie di controllo guidate dal management, Dark Matter Labs sostiene un quadro di apprendimento che favorisce la coerenza e l’adattabilità. Il terzo principio sfida la nozione tradizionale di singolarità umana, promuovendo l’idea che gli esseri umani sono esseri plurali e interconnessi in un continuo processo di divenire. Questo cambiamento di prospettiva richiede una re-immaginazione delle relazioni e delle economie, sostenendo economie di cura ispirate all’economia femminista. Questi principi modificano radicalmente il modo in cui operiamo all’interno dei sistemi e in cui li comprendiamo.
In un mondo di sistemi, il passaggio dagli agenti auto-ottimizzanti dell’homo economicus alle economie di cura diventa cruciale. Le teorie economiche femministe, che enfatizzano panorami di cura, sono fondamentali in questo contesto. I sistemi economici tradizionali si basano su contratti privati che privilegiano l’ottimizzazione individuale piuttosto che la cura sistemica. La sfida consiste nel riconcettualizzare l’assistenza sociale, chiedendosi come l’assistenza operi all’interno di una teoria dei sistemi. Il filosofo Forrest Landry sottolinea che l’assistenza comporta una risoluzione tridimensionale dei problemi: comprendere la propria prospettiva, empatizzare con i punti di vista degli altri e considerare tutti i possibili risultati. Questo approccio tridimensionale è essenziale per una nuova coscienza e una teoria computazionale. Con il progredire dell’apprendimento automatico e delle capacità computazionali, diventa imperativo progettare sistemi che incorporino la cura nella contrattazione e nelle relazioni. Dark Matter Labs esplora questo spazio intersettoriale di problemi con competenze diverse, con l’obiettivo di rompere le cornici convenzionali e affrontare le complessità di un’economia basata sui sistemi.
Dark Matter Labs è uno studio unico, senza scopo di lucro, composto da 71 persone che lavorano in tutto il mondo, dalla Corea del Sud a Vancouver. Lo studio opera secondo un modello distintivo in cui il rapporto di retribuzione tra i membri più pagati e quelli meno pagati è mantenuto a 2:1, enfatizzando l’equità e lo sforzo collettivo rispetto alle tradizionali strutture gerarchiche. Questo approccio garantisce ai membri del team un compenso che consente loro di perseguire le proprie passioni e innovare liberamente. Dark Matter Labs collabora con diverse organizzazioni internazionali, dalla Commissione Europea al Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP), ma evita deliberatamente le consulenze convenzionali e i progetti basati su RFP. Sviluppano invece il proprio lavoro e le proprie partnership, concentrandosi sul pensiero sistemico e sulla collaborazione interdisciplinare. Questo modello comprende tecnici, avvocati e visual designer, che lavorano insieme per affrontare complesse sfide globali e promuovere un cambiamento sistemico.