Scopri il lavoro di Alex McDowell, famoso designer che ha collaborato con David Fincher, Steven Spielberg e Terry Gilliam. Tra i suoi film più importanti ricordiamo “Paura e delirio a Las Vegas”, “L’uomo d’acciaio”, “Watchmen”, “La fabbrica di cioccolato”, “Fight Club” e “Minority Report”.
Alex McDowell è un rinomato designer con 30 anni di esperienza, noto per le sue collaborazioni con registi come David Fincher, Steven Spielberg e Terry Gilliam. Tra i suoi film più importanti ricordiamo “Paura e delirio a Las Vegas”, “L’uomo d’acciaio”, “Watchmen”, “Charlie e la fabbrica di cioccolato”, “Fight Club” e “Minority Report”.
McDowell è la forza creativa di Experimental Design e il direttore del World Building Institute. Inoltre, è specializzato nell’uso del design e dello storytelling per creare nuovi linguaggi visivi e trasformare idee complesse in narrazioni coerenti; questi sono stati gli argomenti trattati durante il suo intervento per il nostro format Design Probes, di cui potete trovare alcuni estratti qui.
McDowell sostiene che il design, se alleato con lo storytelling, può rompere i “silos” obsoleti dei vari settori e creare un linguaggio comune per navigare nella complessità. Citando il filosofo Yuval Noah Harari, McDowell sottolinea l’attuale mancanza di narrazioni coese in un mondo in rapida evoluzione. Storicamente, lo storytelling ha trasmesso conoscenze complesse attraverso le generazioni, garantendo sopravvivenza e continuità. Tuttavia, l’avvento della stampa ha spostato la narrazione verso un modello lineare, incentrato sull’autore, che ha limitato l’essenza collaborativa delle tradizioni orali. Contrapponendo questo modello a quello del jazz, dove da sempre la collaborazione crea risultati evolutivi e sofisticati, McDowell sostiene la necessità di costruire anche il mondo attraverso una narrazione collaborativa. Questo approccio, suggerisce, può generare soluzioni più sfumate ai problemi moderni, sottolineando l’importanza della creazione collettiva e del design generativo per comprendere e affrontare le complessità dell’epoca attuale.
Il film “Minority Report”, diretto da Steven Spielberg, ha presentato un approccio senza precedenti nell’industria cinematografica, iniziando senza una sceneggiatura. Spielberg ha scelto di privilegiare la costruzione del mondo rispetto a una narrazione predeterminata, creando una società futura dettagliata ambientata a Washington DC, 50 anni dopo. Questo metodo innovativo ha comportato lo sviluppo del mondo del film a partire da una breve idea, dando vita a un processo dinamico e simbiotico in cui l’ambiente e la narrazione si sono evoluti insieme. Questo processo collaborativo e iterativo ha permesso di incorporare ricerche all’avanguardia in vari campi, tra cui la tecnologia e la pianificazione urbana, portando a elementi innovativi come la sequenza dell’inseguimento verticale in auto. Lo sviluppo del film ha dimostrato come la costruzione di un mondo dettagliato possa guidare la narrazione e favorire l’innovazione; numerose idee tratte dal film hanno poi influenzato le tecnologie del mondo reale.
Anche gli ingegneri civili devono abbracciare innovazioni e tecnologie interdisciplinari per dare forma alle città di domani. Questo approccio lungimirante prevede l’immaginazione di spazi urbani futuri e il ritorno di queste idee per informare le pratiche attuali. Un progetto significativo, ispirato dall’American Society of Civil Engineers, ha creato uno spazio di gioco immersivo e interattivo chiamato Meta City. Questa città immaginaria, ma basata sui dati, proiettata da 50 a 70 anni nel futuro, ha sfidato gli ingegneri a ripensare lo sviluppo urbano, considerando aspetti quali il cambiamento climatico e la gestione delle risorse. Questo progetto, ora utilizzato in oltre 50 scuole statunitensi, serve come strumento di ideazione, incoraggiando gli ingegneri a immaginare possibilità radicali come città galleggianti e agricoltura verticale autosufficiente. Integrando narrazione e media, questo approccio ridefinisce la narrazione dell’educazione ingegneristica, sottolineando la complessità e la creatività necessarie per progettare le città del futuro.
Costruire una narrazione per un mondo fittizio è completamente diverso dal costruirla per il mondo reale, per il quale i progettisti usano la loro immaginazione ma soprattutto fanno ricerche approfondite, vanno sul campo, investono nella raccolta di dati, tutto per essere sicuri che ciò che stanno costruendo anticipi i cambiamenti futuri in termini di materiali, ambiente, tecnologie e così via.
Quando si tratta di immaginare mondi fittizi e alternativi, McDowell usa l’esempio di “Man of Steel”, in cui ha sviluppato una lingua fittizia basata sui 200.000 anni di storia di Crypton. Secondo McDowell, questa lingua doveva riflettere una filosofia, una logica dietro il suo sviluppo e rispettare regole che il progettista stesso doveva costruire da zero per quel mondo specifico. Per rispondere alla domanda iniziale, sarebbe facile supporre che il processo di creazione di questo tipo di prodotto sia al 100% frutto dell’immaginazione, ma lo stesso McDowell ammette che la sua esperienza gli ha insegnato che una base logica è ciò che rende un mondo immaginario davvero avvincente.