All’inizio degli anni Novanta, Mario diventa direttore del Master in Design presso Domus Academy e successivamente è a capo della Domus Design Agency, una joint-venture tra Domus Academy e Mitsubishi volta a promuovere la cultura del design italiano in Giappone. Dirige anche la scuola Visual Design Center.

Nel 1999 fonda Fragile, studio di corporate identity, dove si occupa di progetti di posizionamento strategico e di comunicazione per aziende come Alessi, Banca Intesa e Artemide e istituzioni come Poste Italiane e la Biennale di Venezia.

Per quasi dieci anni lavora all’Olivetti Design Studio. Dal 2013 insegna nel Corso di Brand Design nell’ambito del Master of Arts in Product Design della NABA, la scuola consociata di Domus Academy.

Il rapporto tra geometrie instabili e scultura è il tema su cui sono incentrati i suoi oggetti, quasi sempre accompagnati da disegni e piccole storie illustrate. Con una certa continuità progetta per Alessi, creando prodotti inaspettati tra cui cestini e vassoi come La Stanza dello Scirocco (che ha vinto il Good Design Award 2010) e la serie di timballi in silicone e stampi in rame Il Tempo della Festa (che ha vinto il premio Design Plus 2013 e una Menzione d’Onore al XXIII Compasso d’Oro ADI).

Nel 2014 progetta la caffettiera Ossidiana vincendo il prestigioso XXIV Premio Compasso d’Oro ADI e il Red Dot Award.

SCIROCCO
La-Stanza-dello-Scirocco_Mario-Trimarchi
Intanto_Mario-Trimarchi_Alessi
MARIO TRIMARCHI

Scopri gli esclusivi progetti realizzati da Mario Trimarchi durante il suo percorso professionale.

“Ho studiato in Domus Academy nel suo anno di fondazione. L’entusiasmo era alle stelle: era un esperimento che in quel periodo non assomigliava a nessun’altra esperienza”.

Eravamo solo trenta studenti provenienti da tutto il mondo. Lavoravamo con insegnanti scelti tra i migliori designer di Milano e con un folto gruppo di visiting professor con personalità ed esperienze molto diverse”.

Ho un ricordo molto intenso e positivo di un anno trascorso in un clima di adrenalina continua, insieme ad Andrea Branzi, Ettore Sottsass, Mario Bellini, Clino Castelli, Pierre Restany, Gianfranco Ferrè…”.

Al termine del corso Andrea Branzi mi ha chiesto di rimanere come suo assistente didattico e dopo cinque anni, dopo la gestione di Ezio Manzini, ho diretto il corso di design. È stato un periodo molto intenso in cui ho cercato di mantenere l’assoluta autonomia dei temi del design rispetto alle esigenze professionali del mondo industriale e ho cercato di introdurre i temi di Design Direction e Service Design.

È stata un’ostinata esplorazione del significato del design, con una continua messa in discussione delle scelte estetiche.

Dal 1990 al 1993 mi sembrava ancora che dirigere una scuola potesse essere il modo migliore per capire il cambiamento, formulando costantemente nuove domande e mettendo in evidenza nuovi problemi invece di fornire risposte e soluzioni”.

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